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L'Italia è il Paese leader nella digitalizzazione dei processi HR

Il contatto umano rimane comunque una componente essenziale, in particolare durante l'onboarding, il recruitment o quando un membro del personale lascia l'azienda.
Woman Looking at a Graph on a Digital Tablet

L'Italia risulta essere attualmente il Paese leader nei processi di digitalizzazione delle risorse umane. Infatti, più della metà delle aziende europee e in particolare quelle italiane (61%) si sta focalizzando sulla digitalizzazione di tutti i processi HR: a rivelarlo è il nuovo studio condotto da SD Worx, il principale fornitore di servizi HR in Europa, che ha interpellato 4.371 datori di lavoro e 10.119 dipendenti europei.

A seguito della pandemia, la trasformazione digitale si è dimostrata tanto un investimento strategico quanto una necessità, che ha coinvolto anche i comparti HR per adeguarsi ai continui cambiamenti del mercato del lavoro e ai nuovi approcci di gestione aziendale.

Dall’integrazione di nuove piattaforme e software gestionali fino all’ applicazione di processi di condivisione, di self service e di coinvolgimento dei dipendenti, i rispondenti delle aziende italiane, del Regno Unito,del Belgio (entrambi 59%) e dei Paesi Bassi (57%) sono gli interlocutori che hanno dichiarato un maggiore focus nel campo della digitalizzazione delle HR.

Al contempo lo studio ha confermato anche la necessità delle aziende di trovare un equilibrio ottimale tra approccio digitale e approccio personale, nella considerazione delle esigenze dei dipendenti, dell'azienda e delle aspettative in uno specifico ambito HR.

Non a caso, tra i dipendenti italiani, il 54% degli intervistati ritiene che la digitalizzazione sul posto di lavoro debba essere migliorata, indicando la permanente importanza dell'aspetto umano in alcuni ambiti come l'onboarding, il reclutamento o i colloqui di partenza. Questa convinzione è condivisa anche a livello europeo, con in particolare, i dipendenti spagnoli (53%) e francesi (50%) a ribadire come ci sia ancora molto lavoro da fare, mentre generalmente i dipendenti (54%) di età inferiore ai 35 anni credono fermamente che la digitalizzazione possa essere migliorata.

    La sanità e il settore pubblico guadagnano terreno

    Dallo studio è emerso come il processo di digitalizzazione HR risulti più consolidato in settori come la finanza e le assicurazioni (60%) e l'industria manifatturiera (60%), anche se i settori no-profit (58%) e sanitario (57%) stanno guadagnando terreno, come nel caso delle organizzazioni più piccole (<100 dipendenti) e le medie imprese, che hanno registrato una maggiore attenzione a questa digitalizzazione, rispettivamente con il 61% e il 60%. Tuttavia, il focus digitale è particolarmente visibile nelle organizzazioni più grandi con 500-999 dipendenti (68%) e oltre 1.000 dipendenti (71%).

    Inoltre, la digitalizzazione dei processi HR è in cima alla lista delle priorità dei dipendenti, con un'attenzione particolare ai processi di automazione, analisi e interpretazione tra i lavoratori con un livello di istruzione elevato (53%), i lavoratori della conoscenza (51%), i lavoratori di routine (50%), i dipendenti che svolgono lavori di gruppo (52%) e i dirigenti (54%).

      La necessità di un approccio digitale è maggiore tra i giovani

      Trovare il giusto equilibrio tra il grado di digitalizzazione e un approccio più personale è fondamentale per le risorse umane. Nonostante la crescente attenzione verso la digitalizzazione sul posto di lavoro, è chiaro che i dipendenti preferiscono un approccio più personale in una serie di aree.

      In Italia questo vale in particolare per le seguenti aree: 

       

      • Onboarding dei nuovi dipendenti: 67,4% (rispetto al 15,1% che preferisce un approccio digitale)
      • Collaborazione con gli altri: 76,2% (rispetto al 11,4% che preferisce un approccio digitale)
      • Colloqui di partenza: 70,5% (rispetto al 12,8% che preferisce un approccio digitale)
      • Processo di reclutamento: 74,9% (rispetto al 12,7% che preferisce un approccio digitale)
      • Valutazioni delle prestazioni: 67,2% (rispetto al 17,2% che preferisce un approccio digitale)

      Ma chi preferisce un approccio digitale? Secondo lo studio, i dipendenti di età inferiore ai 25 anni hanno maggiori probabilità di esserne conquistati, probabilmente in virtù della loro stessa natura di “nativi digitali”. In particolare questo sembra valere per i settori HR del processo di assunzione (23,1%), del monitoraggio della salute e del benessere (21%), della comunicazione sulla retribuzione (23%), della fornitura di servizi HR (interazione con il dipartimento HR) (27%) e dell'amministrazione HR (32%), della valutazione delle prestazioni (16%) e dei colloqui di partenza (16%).

      Laura Moncada, Sales Manager di SD Worx Italia, spiega: "La digitalizzazione dei processi HR e un approccio personale non devono necessariamente escludersi a vicenda. I dati confermano che per i dipendenti vale la pena investire in entrambi gli approcci. Durante una valutazione delle prestazioni, i dipendenti non vogliono solo vedere un punteggio su uno schermo, ma si aspettano anche una spiegazione personale. Questo vale anche per le questioni più complesse riguardanti l'amministrazione o i servizi HR. La digitalizzazione ha naturalmente un impatto positivo in molti settori. Automatizzando alcuni processi e supportando gli strumenti digitali, date ai vostri dipendenti l'opportunità di sfruttare al meglio il loro tempo, il loro talento e le loro competenze. Un buon esempio è Mysdworx, dove i dipendenti e i datori di lavoro possono organizzare online l'amministrazione delle risorse umane. Questo ha anche l'effetto di liberare più spazio per i contatti personali, dove sono più necessari per i dipendenti. La digitalizzazione e l'approccio personale si completano a vicenda nel mondo HR.”

        A proposito della ricerca

        Nel contesto della guerra per i talenti, iVox ha condotto un'indagine per conto di SD Worx su come i dipendenti e i datori di lavoro europei stanno affrontando la digitalizzazione dei processi HR. L'indagine si è concentrata sulle pratiche occupazionali attraenti nella guerra per i talenti, su ciò che i dipendenti cercano in un datore di lavoro e su ciò che i datori di lavoro fanno per essere o diventare attraenti come datore di lavoro. L'indagine ha riguardato sette aree su cui i datori di lavoro possono scegliere di concentrarsi: benessere e risorse umane incentrate sulle persone, organizzazione del lavoro flessibile, politica retributiva motivante, cultura stimolante e incoraggiante, ambiente di lavoro digitale, gestione dei talenti per carriere sostenibili e reclutamento.

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