La gestione paghe potrebbe non essere il primo ambito che viene in mente quando si parla di innovazione. Eppure, se pensiamo a quante persone coinvolge – e con quale frequenza – è chiaro che il cambiamento è necessario. Il processo deve essere veloce, preciso e sicuro, certo. Ma deve anche risultare semplice, affidabile e reattivo. Ed è proprio qui che entra in gioco il payroll conversazionale.
Per payroll conversazionale, intendiamo l’uso di chatbot basati su intelligenza artificiale, strumenti di messaggistica o interfacce vocali che consentono alle persone di interagire con i sistemi payroll in modo naturale e immediato. Potrebbe trattarsi di un dipendente che chiede a un chatbot, ad esempio su Microsoft Teams, “Quando riceverò il mio cedolino?” Oppure di un manager che richiede supporto per una correzione sul payroll direttamente attraverso un portale sicuro. O ancora, di un professionista delle paghe che vuole sapere quando è previsto il prossimo ciclo di elaborazione, o quali anagrafiche dei dipendenti risultano incomplete.
Questi strumenti stanno già iniziando a cambiare il modo in cui funziona la gestione paghe. E il momento non potrebbe essere più opportuno. Secondo una ricerca di SD Worx, la riduzione dei costi legati all’elaborazione delle paghe è oggi la principale sfida per le aziende in Europa. Subito seguita dal miglioramento dell’esperienza dei dipendenti in ambito payroll – segno che efficienza dei costi e attenzione alle persone vanno ormai di pari passo.
Ecco sei motivi per cui crediamo che il payroll conversazionale sia destinato a giocare un ruolo da protagonista nel futuro dei servizi payroll.